Psicoterapia

Viene effettuata all’interno della cornice teorica di riferimento cognitivo comportamentale. Questo approccio è basato e validato scientificamente: l’efficacia del metodo è stata provata attraverso studi controllati e suffragata da migliaia di ricerche. Si tratta di una psicoterapia collaborativa: il terapeuta lavora insieme al paziente per stabilire gli obiettivi del percorso e concordare un piano di trattamento che si adatti alle sue esigenze. La durata della terapia dipende dal livello di sofferenza manifestato dal paziente e di conseguenza dagli obiettivi terapeutici concordati in fase di contratto, ma solitamente è  di durata inferiore rispetto a quella della maggior parte degli altri orientamenti.

Presuppone l’utilizzo di tecniche specifiche volte a un cambiamento, il quale non riguarda solo la risoluzione degli attuali disagi riportati, ma coinvolge, se necessario, aspetti più profondi legati alla struttura di personalità e alla storia di vita.  La persona sarà in grado di mettere in discussione modalità relazionali che portano sofferenza e sperimentarne di nuove più adattive. Avrà inoltre la possibilità di individuare, discutere e ristrutturare le proprie convinzioni e credenze negative su di Sé, sul mondo e sugli altri. Queste ultime sono spesso alla base della sintomatologia manifestata o delle difficoltà relazionali riferite. Mira a far adottare un nuovo modo di pensiero e di azione.

Relazioni redatte dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità) e dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) attestano che la psicoterapia cognitivo-comportamentale è considerata uno dei modelli più efficaci per il trattamento dei disturbi psicopatologici, con un’efficacia simile a quella degli interventi con psicofarmaci. Se paragonata all’intervento farmacologico, inoltre, la psicoterapia risulta essere più utile nella prevenzione delle ricadute (http://www.who.int/whr/2001/en/whr01_it.pdf). Tuttavia, in alcuni disturbi il trattamento farmacologico continua ad essere primario e/o indispensabile.